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Natale ieri, oggi e sempre.

Nella Santissima Trinità il Natale è sempre esistito, perché il Verbo di Dio è eterno.


Madonna con il Bambino Gesù – Chiesa della Madonna della Misericordia, Antigua Guatemala

Per mezzo di Lui, in sei giorni, tutte le cose sono state fatte (cfr. Gv 1, 1-3) e anche in Sua funzione l’Altissimo ha voluto dedicare l’ultimo giorno della creazione a Se stesso: il sabato, che, dopo essere stato superato dalla Risurrezione del Salvatore, ha ceduto il posto al “giorno del Signore” – dies Dominicus.


Così, la domenica, si ricorda tanto il riposo della creazione quanto il suo apice, cioè il Verbo Incarnato e, per questo, il Natale di Gesù è come la “domenica” dell’anno.


Lucifero, tuttavia, non tollera il Natale. Rivoltandosi contro il Dio umanato, fu subito precipitato all’inferno, ma la sua diabolica furia non cessò. Cercò a tutti i costi di impedire che dalla Casa di Davide sorgesse il Messia. Minò le speranze del popolo ebraico con prove, esili e calamità. E anche nei momenti precedenti e successivi a quella santissima notte, ordì inganni contro la vita di Gesù, suscitando odio in coloro che Lo rifiutarono (cfr. Gv 1, 11).


Prima di quel Bambino i secoli si trascinavano nelle tenebre, riecheggiando ovunque il mormorio del serpente: “Diventerete come Dio” (Gn 3, 5). A Roma, gli imperatori si divinizzavano per il potere; in Grecia, i sofisti si divinizzavano per la conoscenza; in Israele, i farisei si divinizzavano per l’apparenza… E qual è stata la risposta della Provvidenza? Invertire i parametri. Volete essere degli dei? Allora avrete un Uomo-Dio! Rivestito della nostra carne, Gesù ci ha elevati alla Divinità. Nato in una povera mangiatoia, ci ha concesso i tesori del Cielo. Senza proferire parole, ha attirato a Sé l’umanità. Bastava vedere il Neonato per riconoscerLo (cfr. Lc 2, 17).


Il giubilo si irradiò presto intorno a Lui. Gli Angeli glorificavano il Divino Infante nelle altezze celesti, i pastori Lo lodavano sulla terra e tutti coloro che ascoltavano la buona novella della sua nascita rimanevano stupefatti (cfr. Lc 2, 14-18). Ebbene, il Natale è un’occasione per sperimentare una goccia di quella sacra atmosfera. Bastano semplici accordi natalizi per rivivere la nostra innocenza primaverile. In questo giorno, anche le grazie sono più abbondanti: i peccatori si convertono, le famiglie ritrovano la concordia e le nazioni nemiche firmano armistizi…


Tuttavia, il mondo insiste nel non riconoscere Gesù (cfr. Gv 1, 10). Lucifero continua ad odiare il Natale e tutto ciò che porta con sé. Se a Betlemme si trovava la più sacra delle famiglie, la stessa santità incarnata e il maggiore atto di misericordia di Dio verso l’umanità, è proprio a causa dell’attacco alla famiglia, alla virtù e alla religione che oggi viene sfigurato l’autentico spirito natalizio.


La teoria è chiara, ma cosa fare in pratica?


Questa “domenica dell’anno” è un’occasione anche per noi di nascere “di nuovo” (cfr. Gv 3,3). Come? Imitando l’esempio di Maria a Betlemme. Se Ella conservò e conserva nel suo Cuore tutti gli avvenimenti che si sono svolti intorno al presepe (cfr. Lc 2,19), è attraverso di Lei che il Natale raggiungerà la sua massima perfezione.


Fonte: Rivista Araldi del Vangelo Dicembre 2020

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